2 nov 2010

Universi Paralleli


L’archivio

I due gendarmi austriaci sembravano un pò spaesati in quell’ufficio mentre osservavano i grandi scaffali in legno massello intagliato dell’archivio sui quali, ben allineati, si trovavano dei grandi faldoni ripieni di documenti ed una serie di cassetti con ognuno ben disegnato sopra una lettera dell’alfabeto.
Una grande lampada ad olio pendeva dal soffitto ed incombeva su tutta la stanza, oltremodo poco illuminata da una sola finestra.
Al centro, attorniato da qualche sedia, c’era un grande tavolo in legno massiccio scuro con sopra alcuni calamai di vetro ed alcune penne d’oca per scrivere.
“ Ecco il signor Bruno, il nostro capo dell’Archivio della Podesteria  ...”
La voce della signora Graziella, impiegata in quell’ufficio da più di trent’anni, non tradiva emozione alcuna nel parlare con i due gendarmi.
Il signor Bruno, il capo responsabile dell’ufficio, era un signore alto, di media corporatura, i capelli bianchi così come la sua barba, gli occhi chiari ed uno sguardo aperto e sorridente: i suoi quasi settant’anni  non li dimostrava proprio.
“In cosa vi posso aiutare gentili signori ?...” disse, rivolgendosi con garbo ai due gendarmi...
Uno dei due, in uno stentato italiano, rispose: ”...cerchiamo questo, vogliamo la sua scheda...” e mostrarono un foglietto con su scritto un nome :
SEBASTIANO SCARAMUZZA.
Il signor Bruno, dopo un attimo di esitazione, rispose con calma serafica: “...Oh, la cosa sarà facile ed anche difficile da trovare, cioè facile perchè basterà guardre in archivio sotto la lettera “S”, ma difficile perchè in questo piccolo paese ci sono un centinaio di persone con il cognome Scaramuzza e decine con il nome Sebastiano.”
Detto questo si avviò verso uno scaffale dell’archivio, prelevò un gran faldone con sopra disegnata la lettera “S”, sfilò anche il cassetto con la lettera “S” e mise il tutto sopra il grande tavolo... “ ecco, lor signori, fate tranquillamente con il vostro comodo e se vi serve un aiuto chiedete pure alla signora Graziella, io sarò di ritorno tra non molto in quanto ho una pratica urgente da svolgere ...”
I due gendarmi austriaci, biascicato qualcosa di incomprensibile nella loro lingua, iniziarono subito a scartabellare tra le schede ben ordinate ed ai fogli ingialliti dal tempo.
Quando, dopo circa un’oretta, il signor Bruno rientrò nell’ufficio, trovò i due gendarmi, sconsolati e con il muso lungo, seduti in un angolo della stanza mentre, sparpagliate e miscugliate su tutto il tavolo, le schede anagrafiche ed i fogli del faldone facevano bella mostra di sè.
“Ma cosa succede ? ...cos’è tutto questo disordine ? ...avete trovato quanto cercavate ? “
“No, signor capo responsabile... come diceva giustamente lei, di Sebastiano Scaramuzza ce ne sono a decine ma quello che cercavamo noi non c’è, o comunque non siamo riusciti a identificarlo... se magari lei ci potesse dare una mano... se riuscisse a trovare la sua scheda...
Vede, si tratta di un rivoltoso, di un sovversivo, un pericoloso rivoluzionario che trama contro il nostro impero! ...i suoi scritti stanno infiammando il popolo locale ed i patrioti ribelli... e noi abbiamo l’ordine di trovarlo e di arrestarlo !”


“ Oh, guardate, se non avete trovato la scheda in questo archivio non credo proprio io vi possa essere di aiuto... i miei paesani sanno distinguersi tra loro usando dei soprannomi, dei nomignoli, dei modi di dire particolari... noi qui all’anagrafe registriamo solamente i nomi legali di battesimo, le date di nascita o di morte, la residenza e così via, non è nostra competenza scrivere altri tipi di informazione...”
“Se non ci sono altre cose, vi auguro una buona giornata.”
I due gendarmi austriaci, dopo aver detto un grazie stentato al signor Bruno ed alla signora Graziella, si allontanarono scuotendo il capo, sconsolati e delusi.
Appena i due gendarmi furono usciti dalla stanza, il capo archivista si diresse verso gli scaffali ed in basso, dov’era seminascosta tra voluminosi faldoni, prese una cartella con su scritta una lettera “M”, la aprì lentamente e, tra le varie carte, tirò fuori una piccola scheda dove con bella ed elegante calligrafia, c’era scritto:

MODOLE
Sebastiano Scaramuzza
nato in: Grado il 12 gennaio 1829
da: Scaramuzza Giacomo “Modole” - nato il : 11 marzo 1800
e Maria DeGrassi "Comandaora" - nata il: 30 agosto 1801
maritato con:Giovanna Vio - nata il: 10 dicembre 1824
data del matrimonio:  2 febbraio 1857
abitazione: Calle del Palazzo nr. 16, in Grado
notazioni: Dottore ed Emerito Professore di Filosofia
-         1862  nominato con Diploma dell’ Università di Torino professore
titolare di Filosofia al Liceo di Catania
-         1864  idem presso Liceo di Sinigaglia
-         1866  idem presso Liceo di Vicenza
-         1876 /1877/1878 Titolare della Cattedra di Etica Civile e     Diritto nell’Istituto Tecnico Professionale di Vicenza
-         Professore di Filosofia Teoretica e Morale nella Regia   Università di Padova
-         Socio Corrispondente dell’Accademia di Udine
-         Cavaliere della Corona d’Italia e Ufficiale Mauriziano

Il signor Bruno prese la scheda, la infilò nella capace tasca della sua grande giacca e quindi si rivolse alla sua impiegata: “...signora Graziella, per oggi io ho terminato e vado a casa... se per cortesia può riordinare e rimettere a posto tutte le schede ed i fogli che sono sul tavolo e poi chiudere l’ufficio a chiave... la ringrazio molto.”
Mentre usciva, il signor Bruno non potè fare a meno di leggere quanto scritto sulla bella e lucente targa di ottone bene in evidenza accanto alla porta del suo ufficio:

“ARCHIVIO DELLA PODESTERIA”
IL CANCELLIERE
Sig. Bruno Modole



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3 commenti:

Imperfezioni Digitali ha detto...

e così ho trovato la "spinta" per scoprire chi fosse quel S. Scaramuzza alla cui memoria era intitolata la via dove sono nato (in quel di gorizia)

e po' i disi che internet xé inutile... ;-)

ciao ALien!!!

Alien ha detto...

...allora era proprio destino Paolo, un "graizan" ha vegliato su di te fin dalla nascita per poi, nel tempo, portarti sino a Grado.
Ah, questi Universi Paralleli non smetteranno mai di stupirci !

:)

Anonimo ha detto...

tu tiri fora dele bele storie de continuo.

ciao thor