“ ZONA 99 ”
In mezzo alle numerosissime autorità, convenute per quella speciale giornata, il sindaco stava facendo un ennesimo brindisi: aveva appena tagliato il nastro tricolore per l’inaugurazione e la consegna degli ultimi villini in schiera della ZONA 99.
Queste abitazioni erano riservate esclusivamente a cittadini gradesi ed erano state costruite in base ad una legge ad hoc di edilizia agevolata-convenzionata e sovvenzionata da appositi mutui.
Tutto quanto stava succedendo, che all’inizio poteva sembrare una folle idea, una pazzia, adesso era una vera realtà ...
Poco meno di una decina di anni prima, un gruppo di amici si erano trovati per caso in un bar e, parlando del piu’ o del meno, avevano realizzato di avere alcune cose in comune: erano tutti giovani, quasi tutti laureati, appena sposati e senza una casa propria.
Si erano poi ritrovati in quel bar diverse altre volte, e così, piano piano, era maturata tra di loro una folle idea: una specie di piano strategico ben congegnato per riuscire ad avere una propria abitazione.
Si erano divisi i vari compiti e così ognuno, appena aveva del tempo disponibile, passava all’azione.
Per quasi due anni avevano imperversato e setacciato tutti gli uffici del Comune, della provincia, della Regione, del Catasto, delle Belle Arti, del Demanio Marittimo e tanti altri ... insomma, nessun ufficio e nessuna personalità politica era stata risparmiata; tutta la documentazione necessaria, i permessi, le autorizzazioni, i fondi per le spese, per i mutui e le sovvenzioni erano stati acquisiti ed i lavori erano quindi iniziati ...
Erano riusciti a far approvare il dragaggio di tutti i canali della laguna di levante, in maniera da renderla navigabile e anche così di facilitarne il ricambio d’acqua durante le maree, con grandi vantaggi per l’ambiente, per la fauna e la flora marina e per tutta l’attività di vallicoltura della zona.
Con i fanghi di escavazione, in una zona acquitrinosa ed inutilizzabile, si era costruita una specie di isola laddove venivano anche scaricati i materiali provenienti dalla demolizione di costruzioni del paese e di alcune zone limitrofe.
Dopo qualche anno il tutto era divenuto sufficientemente solido e si era quindi passati alla realizzazione delle opere di urbanizzazione ed infrastrutture varie, a cui era seguito l’inizio di costruzione dei primi villini a schiera.
Ma non c’erano solo le abitazioni da costruire... il progetto aveva previsto la realizzazione di parchi giochi per bambini, un’area per attività sportive con campi di pallacanestro, pallavolo, calcetto, un centro sociale con una piccola biblioteca, una sala di ritrovo-convegni ed un piccolo teatro per le attività culturali di spettacolo e musicali.
Tra tutte la varie costruzioni c’erano ampi spazi luminosi ed il tutto era immerso nel verde dei prati d’erba e delle centinaia di alberi ombreggianti sparsi su tutta questa specie di isola.
Qualcuno aveva cominciato a chiamare questa zona “l’ isola” perche’ in effetti era come se dalla laguna fosse sorta un’isola collegata alla terraferma solo da un tratto di strada, anche se non molto lungo... pero’ il nome ZONA 99 era stato voluto proprio dagli stessi promotori del progetto che avevano iniziato il tutto.
Novantanove erano gli anni previsti dal diritto di superficie, novantanove erano le abitazioni costruite, novantanove erano le famiglie gradesi che finalmente potevano avere una casa propria.
E così, ancora una volta come nei secoli precedenti, la laguna aveva dato ai gradesi un qualcosa per la loro sopravvivenza, una possibilità di rimanere attaccati alle loro radici, alla loro storia ed alle loro tradizioni, proprio là, nella ZONA 99 ...
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