25 nov 2010

Universi Paralleli

                           “ 2012
 Il temporale imperversava incessantemente da un paio d’ore sulla laguna e sull’isola di Barbana, con la pioggia battente  mista a grandine, il vento forte e gli ininterrotti lampi seguiti dal cupo rombo del tuono… ma tutto questo non sembrava distrarre per niente  padre Augusto che, nella sua piccolo stanzetta adiacente l’ingresso della torre campanaria, era completamente assorto nel cercare di decifrare quanto era scritto su di una piccola e talmente sottile tavoletta di legno che sembrava quasi un papiro egizio.
Mancavano pochi giorni al Natale e quindi il maltempo ed i temporali facevano tranquillamente parte della stagione, non c’era niente di che preoccuparsi...
Gli strani disegni colorati sulla tavoletta non erano proprio un mistero per padre Augusto in quanto nella sua gioventù, prima di prendere i voti e farsi frate, aveva frequentato delle scuole per lo studio delle lingue antiche, ed una sua passione erano state proprio le lingue delle antiche civiltà  Maya precolombiane.
Qualche settimana prima un suo vecchio amico di studi ed ora suo confratello in un convento di una lontana cittadina nella regione dello Yucatan era giunto a Roma  per una visita al Papa e, nel suo viaggio di ritorno verso il lontano centroamerica, aveva voluto fare una sosta a Barbana per ritrovare il vecchio compagno di scuola e, soprattutto, per portargli quell’antica tavoletta Maya.
“…carissimo Augusto, ho trovato questa tavoletta, questa specie di papiro, in mezzo ad un vecchio libro tutto impolverato nella piccolo biblioteca del nostro convento…  ho provato a tradurre cosa ci fosse  scritto sopra e, con mia grande sorpresa, vi ho trovato segnate anche le parole “ Madonna + isola + Barbana ”… ho cercato di continuare nella traduzione ma non sono riuscito a fare un granchè e così ho pensato che solo tu, che sei in ritiro su quest’isola da molti anni e sei stato il  migliore negli studi, probabilmente saresti riuscito nell’impresa di decifrare e trascrivere questo antico testo Maya…”
Dopo diversi giorni di studi e letture di antichi libri padre Augusto aveva cominciato la difficile impresa di tradurre quelle antiche ed oscure frasi … ma quella sera, mentre era assorto nella sua lettura aiutato dalla fioca luce di una lampada ad olio qualcuno bussò alla porta, e dallo spioncino quasi gridò: “…padre Augusto ! noi tutti ci ritiriamo nelle stanze dei piani superiori ! …la marea stà salendo e c’è il pericolo dell’acqua alta ! “
Padre Augusto quasi non si voltò, e rispose con voce calma ma ferma “… grazie fratello Corrado, ne terrò conto… starò all’erta… e sia fatta la volontà del Signore…”, quindi tornò ad interessarsi a quelle due ultime righe così difficili da decifrare…
“ u-tu-pa CHIT?/YAX-HUN-na u-KOHAW-wa ya-AJAW-K'AK' K'INICH-K'IN?-AJAW 3-?-ti-K'UH 1-AJAW-wa CHAK-OTOT-ti CHAK-nu-ku CHAN-na-T245 WAK-a-a-CHAN-na u-ku-nu-li “
Non sembravano voler dire un qualcosa legato alle frasi che le precedevano… o forse si ?
Aveva provato e riprovato a capire, a dare un senso a quei segni, ma non riusciva a trovare il bandolo della matassa, la giusta via mettere assieme quelle parole e qundi risalire al loro vero significato:
“  la montagna d’acqua #  il settimo cielo rosso  #  fuoco dal mare #
 # rombo del tuono  # 2012 la…??? Universo # il Silenzio # “

Mentre era assorto in questi suoi pensieri, ad un tratto un tuono più forte degli altri lo scosse e gli suggerì di vedere se il temporale stesse passando o meno…
Dalla finestra, grazie alla luce dei lampi che illuminavano a giorno tutta l’isola, riuscì a vedere che l’acqua della laguna lambiva ormai la scalinata della chiesa … grosse nubi nere viaggiavano veloci e vorticose nel plumbeo cielo ed una violenta grandinata si era unita alla ininterrotta pioggia battente… si potevano vedere anche diversi grossi alberi spezzati o sradicati dal vento,
che era aumentato ancora di intensità e faceva suonare la campana con lenti e cupi rintocchi …
Padre Augusto decise di tornare al suo lavoro ma, ad un tratto, sentì un violento colpo ed il vetro della finestra volò in mille pezzi,  una raffica di vento entrò nella stanza e rovesciò la lampada ad olio sulla tavoletta Maya che prese fuoco quasi immediatamente.
Stordito da quanto stava accadendo, cercò inutilmente di spegnere quel fuoco ma fù invano: l’olio della lampada si era incendiato ed aveva ormai bruciato e distrutto totalmente la tavoletta ed anche il foglio dove c’era scritta la traduzione incompleta del testo: non avrebbe mai potuto sapere il significato di quelle ultime righe della tavoletta Maya …
A quel punto padre Augusto decise che forse era il momento di seguire il consiglio del confratello padre Corrado e, dopo aver versato un pò d’acqua su quanto restava della tavoletta uscì dalla sua stanza e si incamminò velocemente verso i piani superiori del convento dove certamente già si trovavano i suoi confratelli.
Nel salire le scale cercò di ricordare la parte del testo che era riuscito a tradurre, anche se ancora non riusciva proprio a metterne a fuoco il significato:
“ # l’Isola Sacra # Vergine Madonna e lacrime # Fiore Bianco calpestato # Paradiso violato # anime corrotte # denaro, cupidigia, imbroglio # …” 
No, non sarebbe mai riuscito a venirne a capo… ormai oltretutto la tavoletta Maya era andata distrutta… non c’era più nessuna possibilità. 

Intanto il temporale era divenuto violentissimo, quasi come un uragano, con il vento che soffiava sempre più forte, l’acqua della laguna che continuava a salire, la pioggia e la grandine sempre più violenta, e, mentre un sordo rumore cominciava a diffondersi nell’aria, tutto cominciò a tremare,  come se stesse arrivando un grande terremoto …   

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18 nov 2010

Universi Paralleli


“GRADO,   29 giugno 1810”

Durante la notte le due navi erano giunte al largo dell’isola, silenziose e non avvistate, ed allo spuntare delle prime luci dell’alba avevano iniziato il cannoneggiamento.
Il vascello da guerra “Mercure”, agli ordini del comandante in capo Sir Fainney, ed il brigantine di supporto “Cerberus”, agli ordini del capitano Armand, potevano agire indisturbati in quanto da terra non c’era nessuna risposta al loro fuoco ed eventuali rinforzi per il nemico non sarebbero mai potuti arrivare prima del calare della notte…
Dopo meno di un’ora il bombardamento terminò e, calate le scialuppe di bordo, un centinaio di soldati in pieno assetto di guerra raggiunsero in breve la spiaggia ed il pontile in legno, che portava all’ingresso del paese, senza incontrare resistenza alcuna.
Gli antichi bastioni e le mura di difesa della piccolo cittadella erano quasi completamente distrutti e gli indifesi abitanti del paese erano certamente rinchiusi e nascosti nelle poche case ancora rimaste in piedi trà la varie rovine, mentre i soldati della piccolo guarnigione di difesa erano stati subito fatti prigionieri.
Il comandante Fainney era sceso a terra assieme ad un cupo personaggio… si trattava di un alto ufficiale dei servizi segreti di Sua Maestà, sir Nicholas Greener, il quale si era fatto subito accompagnare nel palazzo del Municipio.
Dopo circa un’ora, l’ufficiale ne era uscito assieme a due strani personaggi, che avevano con se un paio di faldoni ripieni di documenti …
“Comandante Fainney … le presento i signori Peter Geary e Hal Bernie, sono i nostri amici e collaboratori … è grazie alle loro precise informazioni che siamo riusciti ad avvicinarci all’isola alla giusta distanza per poterla cannoneggiare senza finire nel fango e nelle secche… e sono loro che ci hanno segnalato i punti deboli delle difese nemiche…
quindi li affido a lei, che li prenderà sotto la sua protezione e farà in modo che nessuno possa creare loro alcun problema o li possa toccare, altrimenti lei ne risponderà di persona e sinanche con la sua vita !
Questi due gentiluomini  sono stati davvero preziosi e ci hanno reso  un grande servigio !
...ah, un’altra cosa: dia disposizione ai suoi uomini di bruciare tutti i documenti e le carte che si trovano nell’archivio del municipio, tutto deve essere messo a fuoco e ridotto in cenere...”
”Ma, sir Greener..., quei documenti sono la storia del paese, in quelle carte c’è scritto tutto quanto è accaduto su quest’isola nel corso degli anni !”
“...appunto! ci sono delle cose e dei nomi troppo compromettenti e di ciò non deve rimanerne traccia alcuna ... mi sono spiegato ? “
Il comandante Fainney riusci a trattenere a stento un gesto di stizza e quindi rispose con voce sommessa: “...certamente sir Greener, i suoi ordini saranno eseguiti... sono a completa disposizione del volere di Sua Maestà.”
Mentre, a bordo di una scialuppa, stava tornando a bordo della sua nave, il comandante Fainney osservava l’alta colonna di denso fumo che avvolgeva il municipio in fiamme e le rovine dei bastioni diroccati e delle case semidistrutte ...
Fino a poche ore prima quel piccolo paese gli era apparso come una cosa unica, con il mare ed il cielo azzurro di quel meraviglioso golfo e di quella splendida laguna che lo circondava tutto...
In tanti anni di navigazione non aveva visto mai niente di più bello e, se poteva dargli un nome, una definizione, l’unica che gli veniva in mente era una sola:
certamente quell’isola era stata “ la Perla dell’Adriatico” ...

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8 nov 2010

Grado spot


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2 nov 2010

Universi Paralleli


L’archivio

I due gendarmi austriaci sembravano un pò spaesati in quell’ufficio mentre osservavano i grandi scaffali in legno massello intagliato dell’archivio sui quali, ben allineati, si trovavano dei grandi faldoni ripieni di documenti ed una serie di cassetti con ognuno ben disegnato sopra una lettera dell’alfabeto.
Una grande lampada ad olio pendeva dal soffitto ed incombeva su tutta la stanza, oltremodo poco illuminata da una sola finestra.
Al centro, attorniato da qualche sedia, c’era un grande tavolo in legno massiccio scuro con sopra alcuni calamai di vetro ed alcune penne d’oca per scrivere.
“ Ecco il signor Bruno, il nostro capo dell’Archivio della Podesteria  ...”
La voce della signora Graziella, impiegata in quell’ufficio da più di trent’anni, non tradiva emozione alcuna nel parlare con i due gendarmi.
Il signor Bruno, il capo responsabile dell’ufficio, era un signore alto, di media corporatura, i capelli bianchi così come la sua barba, gli occhi chiari ed uno sguardo aperto e sorridente: i suoi quasi settant’anni  non li dimostrava proprio.
“In cosa vi posso aiutare gentili signori ?...” disse, rivolgendosi con garbo ai due gendarmi...
Uno dei due, in uno stentato italiano, rispose: ”...cerchiamo questo, vogliamo la sua scheda...” e mostrarono un foglietto con su scritto un nome :
SEBASTIANO SCARAMUZZA.
Il signor Bruno, dopo un attimo di esitazione, rispose con calma serafica: “...Oh, la cosa sarà facile ed anche difficile da trovare, cioè facile perchè basterà guardre in archivio sotto la lettera “S”, ma difficile perchè in questo piccolo paese ci sono un centinaio di persone con il cognome Scaramuzza e decine con il nome Sebastiano.”
Detto questo si avviò verso uno scaffale dell’archivio, prelevò un gran faldone con sopra disegnata la lettera “S”, sfilò anche il cassetto con la lettera “S” e mise il tutto sopra il grande tavolo... “ ecco, lor signori, fate tranquillamente con il vostro comodo e se vi serve un aiuto chiedete pure alla signora Graziella, io sarò di ritorno tra non molto in quanto ho una pratica urgente da svolgere ...”
I due gendarmi austriaci, biascicato qualcosa di incomprensibile nella loro lingua, iniziarono subito a scartabellare tra le schede ben ordinate ed ai fogli ingialliti dal tempo.
Quando, dopo circa un’oretta, il signor Bruno rientrò nell’ufficio, trovò i due gendarmi, sconsolati e con il muso lungo, seduti in un angolo della stanza mentre, sparpagliate e miscugliate su tutto il tavolo, le schede anagrafiche ed i fogli del faldone facevano bella mostra di sè.
“Ma cosa succede ? ...cos’è tutto questo disordine ? ...avete trovato quanto cercavate ? “
“No, signor capo responsabile... come diceva giustamente lei, di Sebastiano Scaramuzza ce ne sono a decine ma quello che cercavamo noi non c’è, o comunque non siamo riusciti a identificarlo... se magari lei ci potesse dare una mano... se riuscisse a trovare la sua scheda...
Vede, si tratta di un rivoltoso, di un sovversivo, un pericoloso rivoluzionario che trama contro il nostro impero! ...i suoi scritti stanno infiammando il popolo locale ed i patrioti ribelli... e noi abbiamo l’ordine di trovarlo e di arrestarlo !”


“ Oh, guardate, se non avete trovato la scheda in questo archivio non credo proprio io vi possa essere di aiuto... i miei paesani sanno distinguersi tra loro usando dei soprannomi, dei nomignoli, dei modi di dire particolari... noi qui all’anagrafe registriamo solamente i nomi legali di battesimo, le date di nascita o di morte, la residenza e così via, non è nostra competenza scrivere altri tipi di informazione...”
“Se non ci sono altre cose, vi auguro una buona giornata.”
I due gendarmi austriaci, dopo aver detto un grazie stentato al signor Bruno ed alla signora Graziella, si allontanarono scuotendo il capo, sconsolati e delusi.
Appena i due gendarmi furono usciti dalla stanza, il capo archivista si diresse verso gli scaffali ed in basso, dov’era seminascosta tra voluminosi faldoni, prese una cartella con su scritta una lettera “M”, la aprì lentamente e, tra le varie carte, tirò fuori una piccola scheda dove con bella ed elegante calligrafia, c’era scritto:

MODOLE
Sebastiano Scaramuzza
nato in: Grado il 12 gennaio 1829
da: Scaramuzza Giacomo “Modole” - nato il : 11 marzo 1800
e Maria DeGrassi "Comandaora" - nata il: 30 agosto 1801
maritato con:Giovanna Vio - nata il: 10 dicembre 1824
data del matrimonio:  2 febbraio 1857
abitazione: Calle del Palazzo nr. 16, in Grado
notazioni: Dottore ed Emerito Professore di Filosofia
-         1862  nominato con Diploma dell’ Università di Torino professore
titolare di Filosofia al Liceo di Catania
-         1864  idem presso Liceo di Sinigaglia
-         1866  idem presso Liceo di Vicenza
-         1876 /1877/1878 Titolare della Cattedra di Etica Civile e     Diritto nell’Istituto Tecnico Professionale di Vicenza
-         Professore di Filosofia Teoretica e Morale nella Regia   Università di Padova
-         Socio Corrispondente dell’Accademia di Udine
-         Cavaliere della Corona d’Italia e Ufficiale Mauriziano

Il signor Bruno prese la scheda, la infilò nella capace tasca della sua grande giacca e quindi si rivolse alla sua impiegata: “...signora Graziella, per oggi io ho terminato e vado a casa... se per cortesia può riordinare e rimettere a posto tutte le schede ed i fogli che sono sul tavolo e poi chiudere l’ufficio a chiave... la ringrazio molto.”
Mentre usciva, il signor Bruno non potè fare a meno di leggere quanto scritto sulla bella e lucente targa di ottone bene in evidenza accanto alla porta del suo ufficio:

“ARCHIVIO DELLA PODESTERIA”
IL CANCELLIERE
Sig. Bruno Modole



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