26 gen 2008


STORIE DE GRAVO
2007-11-18 @ 02:57:38
Premessa:
questa vuol essere solo una raccolta di piccoli pensieri e riflessioni su Grado; per la sua storia ci sono gia' ottimi libri scritti da autori gradesi.

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IL PERIODO ROMANTICO:
E' passato un secolo da quando e' stato trivellato il pozzo, in Piazza dell'Acquedotto, che ha reso disponibile in loco l'acqua potabile per i gradesi; quindi cominciamo a parlare di una Grado "turistica" da quel periodo in avanti, ovvero de " il grande miracolo della sabbia, del mare e della laguna di Grado". Il lustro del grande impero AustroUngarico e delle sue nobilta' ha fatto aumentare a dismisura il prestigio della piccola cittadella marina, che si poteva gia' vantare dei precedenti nobili legami con la grande Repubblica Marinara di Venezia.Grado, geograficamente', e' un'isola: "un fior pusào su'l mar" - " la perla de la laguna". La prima guerra mondiale passa come un sciroccale sull'isola, lasciando i danni che lascia ogni guerra. In breve pero' si ritorna alla vita di prima, con qualche prospettiva per un miglior futuro. Un breve periodo di tregua per assaporare l'ultimo sprazzo di puro romanticismo italiano mescolato a quello mittel-europeo e gia' cominciano ad apparire all'orizzonte le prime nuvole, scure come il piombo, dell'incombente seconda Guerra mondiale. Gli anni che succedono sono anni tristi ed oscuri: ci sono le paure, i lutti, e le tragedie…


IL PONTE:
Assieme alle tragedie, il periodo della seconda guerra pero' lascia qualcosa di buono per Grado:… "el ponte grando". Il binomio ponte-strada Mosconi rappresenta una svolta per la vita cittadina: fornisce una piu' rapida via per i trasporti ed il commercio con l'entroterra; rinforza la vita economica, sociale e culturale della popolazione : e' come un flusso di acqua fresca che da' ossigeno alla laguna. La ricostruzione del dopoguerra ci porta fino ai favolosi anni '60; quelli del boom economico e del fiorire delle attivita', delle arti e della cultura.- Sono anni di eccitante prosperita' ed operosita'. Ma il boom economico ci porta anche alla prima "foratizzazione" (quella con i mattoni forati da 8 cm.....); un segno ed un preludio a quanto dovra' accadere nei decenni successivi.Al momento il danno urbanistico ed ecologico non e' di cosi' vaste proporzioni. Grado e la sua laguna riescono ad assorbire colpo; il turismo funziona bene e porta un notevole benessere un po' per tutti (vedi "affittacamere").


UN ALTRO PONTE:
La seconda Guerra mondiale ci lascia un'altra cosa: il Fossalon e la sua gente. Tutta questa vasta area, assieme a Punta Sdoba, rimane semi isolata da Grado. La spinta economico-turistica del goriziano e del monfalconese porta alla costruzione di un ponte sul canale del Primero.- Il Nord-Est e' piu' vicino. Anche questo nuovo ponte da una grande svolta positiva all'economia gradese; pero' questa volta le nuvole sono molto piu' scure: e' in arrivo la vera "cementificazione". Vengono demolite preziose ville di stile Asburgico o Vittoriano e sorgono nuovi mostruosi palazzoniSi distrugge il vecchio perche' il nuovo e' piu' bello...!!! e' piu' moderno !!! Cemento e forati sono ormai i padroni di Grado. Nei primi anni '70 I gradesi non riescono piu' a trovare un appartamento in affitto; e' difficile cosi' poter creare nuove famiglie od avere famiglie numerose. Tutto e' carissimo; di acquistare appartamenti non si puo nemmeno parlarne.
Molti gradesi sono costretti ad uscire dal territorio e devono "emigrare" ad Aquileia, Terzo, Cervignano, Staranzano, Monfalcone: solo qui si puo' provare ad acquistare una casa o un appartamento (sempre con notevolissimi sacrifici !) oppure ad andare in affitto. A Grado l'edilizia agevolata per i gradesi rimane una chimera.- Il grande spazio verde del bosco del "Taroto" pian piano comincia a diventare solo un ricordo: adesso c'e' La Pineta.- Comincia il declino urbanistico e sociale.Negli anni a venire sempre piu' famiglie gradesi vengono espulse dal centro abitativo del paese e sono costrette ad andare ad abitare in periferia (Citta' Giardino,Goppion,Pineta) o fuori comune. Sempre piu' appartamenti rimangono vuoti e disabitati; e durante l'inverno Grado assomiglia quasi ad una citta' fantasma, con i suoi pochi locali e negozi che rimangono aperti. Le attivita' e la vita sociale dei Gradesi cominciano a svanire nel nulla.


IL GRANDE INGANNO:
Le ristrutturazioni ultracubiche, la costruzione esponenziale di appartamenti e mega condomini, viene accompagnata dall'invasione delle automobili e dal relativo inquinamento acustico ed ambientale.- Si parcheggia anche sui marciapiedi. I campeggi prolificano e si ingrandiscono e con i loro scarichi vanno ad aumentare l'inquinamento ed a pesare sull'ormai insostenibile situazione eco-ambientale.In laguna sorgono le ville mascherate da "casone" ed i motoscafi iniziano l'opera di erosione degli argini dei canali e delle mote. Tutta la fauna lagunare risente dell'impatto di questi nuovi mostri marini.Inizia la razzia dei "fiuri de tapo" e del "caneo de palu'". Il numero dei pontili aumenta a dismisura (e sempre a favore dei "foresti"), fino (ai giorni nostril) ad arrivare a circondare Grado: da Valle Goppion, su tutta l'isola della Schiusa fino alla Colmata e Porto San Vito e' tutto un ininterrotto fiorire di pontili. Oltre che dalle automobili dobbiamo subire anche l'invasione dei motoscafi !Le acque dei canali e della laguna non sono piu' trasparenti: adesso sono tutte colorate dalla benzina e dal gasolio. La spiaggia, grazie ai famosi "pennelli" della zona Primero e Pineta, adesso non riceve piu' la preziosa sabbia del fiume Isonzo ma solo i fanghi di sospensione; la famosa "sabbia d'oro" non e' piu' tanto dorata. L'aumento abitativo durante la stagione estiva porta ad un inquinamento umano insostenibile per il piccolo e delicato ambiente lagunare: abbiamo passato il limite di rotttura. Siamo dunque arrivati al grande inganno: " tanto i vièn lo stesso ".… (a Gravo).

"TANTO I VIÈN LO STESSO":
Qualche fioriera, qualche marmo, qualche strada asfaltata non sono certo la cura del territorio che si sarebbe dovuto avere: tenere scavati i canali della laguna, costruire depuratori, ridurre l'inquinamento proveniente dalla zona Torviscosa-Cervignano-Aquileia (fiumi Stella e Aussa), sistemare le fognature principali, costruire dei grandi parcheggi decentrati, provvedere alla movimentazione dei turisti con piccoli bus non inquinanti (con motori elettrici a batteria), creare nuovi spazi verdi e mantenere quelli gia' esistenti, fare piste ciclabili, pedonalizzare tutto il centro cittadino, ridurre le cubature costruttive, favorire l'edilizia agevolata per i gradesi e limitare quella privata/speculativa, conservare e mantenere il Castrum assieme alle Chiese, rivitalizzare la vita sociale della popolazione gradese……Pian piano siamo arrivati agli anni 2000 e oltre:Grado e' diventata quasi invivibile; durante l'inverno e' solo una citta' mezza deserta e per di piu' disturbata dai continui lavori dei cantieri edili di "ristrutturazione" . Durante l'estate diventa sovra popolata da persone ed automobile; non si riesce a camminare per strada o sui marciapiedi. Persino la laguna e' diventata ormai come un'autostrada, con i motoscafi a fare la fila; ed il Banco D'Orio si svuota di sabbia e si riempie di borse di plastica piene di rifiuti.
La famosa frase : " tanto i vièn lo stesso " e' diventata una bugia.
La concorrenza turistica si e' fatta agguerrita ed offre di piu' a meno costo. Le coste Istriane sono divenute accessibili.Le compagnie aeree rendono disponibili biglietti a poco prezzo: si puo'andare piu' lontano, all'estero, e fare vacanze migliori spendendo di meno che a Grado. Le Agenzie Turistiche sono spazzate via da Internet: adesso fioriscono solo le Agenzie Immobiliari.

Siamo arrivati alla resa dei conti:
l'Isola del Sole e' malridotta, e' decaduta.
Ormai, "Gravo" non esiste piu', adesso c'e' solo " Grado".

ANNO DOMINI 2000:
Alla fine del 1900 assistiamo ad un radicale cambiamento dovuto alla "foratizzazione" ed alla "cementificazione" di gran parte del territorio: il turista stanziale, quello che, proveniente anche da lontane regioni estere, veniva a Grado per trascorrere 15/20 giorni di vacanza e' ormai una specie in estinzione; il suo posto viene preso da un'altra specie turistica: "il turista pendolare".- Quest'ultima specie proviene solo da zone limitrofe.Basta puntare un compasso su Grado e tracciare un quarto di cerchio che va' da Udine a Trieste,passando per Gorizia: ecco, questo spicchio di cerchio e' l'area dove vive il turista pendolare con le sue due sottospecie:"il turista sportivo" (quello che arriva con le sporte, con le borse già piene e ci lascia solo l'immondizia) ed "il turista di rapina" (quello che viene a godersi le bellezze e tutto quanto Grado puo' offrire, ma che non spende mai una lira). Nel contempo, i tre pilastri fondamentali sui quali poggia il turismo gradese sono stati divelti:
- la spiaggia ha i suoi grossi problemi di rinnovamento e di gestione; il mare non e' piu' cosi' pulito.
- il centro storico e' trasformato malamente da pseudo-ristrutturazioni; le Chiese si svuotano e sono sempre piu' disadorne o lasciate abbandonate.
- la laguna diventa un via-vai di veloci e grossi motoscafi che vanno ad ormeggiare ai nuovi casoni (o ville ? ); non si sente piu' il respirare del vento od il tranquillo silenzio.
In "spiagia nova" nessuno piu' ricorda quando da Milano arrivava "el comendatùr" con la sua famiglia, o quando da Vienna arrivava " herr Maier ".
In "spiagia vecia" nessuno piu' ricorda il fazzoletto con i quattro nodi ed i tendalini fatti con le lenzuola o le coperte.Al Jolly Bar, il JU-BOX ha la spina staccata.

UNA SEMPLICE DOMANDA:
Non si puo' sempre e solo correre: bisogna fermarsi, bisogna riflettere, bisogna chiedersi quale puo’essere il futuro di Grado.- Quindi, senza porsi tante, troppe domande, magari senza poi trovare una risposta o restarne confusi, proviamo a farne una semplice e sola:PERCHE' I TURISTI VENGONO A GRADO?....basta aprire un qualsiasi depliant turistico per avere la risposta, per trovare i tre principali motivi: SPIAGGIA - CENTRO STORICO - LAGUNA
Tanto semplice e' la domanda quanto semplice e' la risposta. Ma e' proprio questa la risposta che conta e che ci porta a navigare su "mari grandi....."
Su come preservare e come gestire questi preziosi beni che sono la vita per la nostra citta'.
Su come trovare un giusto equilibrio tra sviluppo e conservazione del territorio e dell'ambiente.Su come tenere vive le antiche tradizioni e le discendenze dei gradesi.
Su come non dimenticare e non disperdere la nostra cultura e la nostra storia.
Sta' a noi "graisani" dare una risposta a tutto questo.
Sta' a noi "graisani" dover decidere del futuro della nostra citta' e delle nostre generazioni.Dobbiamo essere solo noi, e nessun altro.
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- Epilogo -     (29 luglio 2008)
Siamo nel 2008, la disastrosa stagione estiva e la grave crisi economica a livello nazionale colpiscono in maniera spietata il paese, mettendone a nudo le debolezze strutturali a livello socio-economico.
Non esiste piu' una coesione tra la sua gente, il tessuto sociale e' ridotto a brandelli.
Grado non ha piu' una sua classe dirigente capace di navigare su questi mari in tempesta, capace di affrontare i suoi notevoli problemi; quei problemi dovuti soprattutto ai grossi errori di veduta e prospettiva commessi dalle diverse amministrazioni degli anni precedenti.
Il paese e' alla deriva, mentre continua lo scempio edilizio, la distruzione dell'antico, della natura e di quanto era stato per piu' di un secolo il vero motivo per il quale Grado ed il suo ambiente era una cosa unica ed irripetibile, per la quale i turisti arrivavano da ogni angolo d'Europa.
Ormai si vive alla giornata e gli ultimi sussulti di una qualche ultima resistenza si spengono nella rassegnazione, nell'accettazione della cruda realta' quotidiana.
Grado, anzi, la "nuova Grado", avra' certamente un suo futuro, una sua prospettiva, una sua storia, ma senza piu' quanto pero' ha ormai perso per sempre:
il suo vero fascino,
la sua vera anima, la sua vera gente.

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